La PSP è un nuovo biomarker che si è dimostrato aumentare precocemente nei casi di sepsi e ha una specificità e sensibilità superiore nel discriminare i casi di sepsi e SIRS rispetto ai biomarcatori plasmatici utilizzati nella pratica clinica: la proteina C reattiva (PCR) e la procalcitonina (PCT).

In questo studio sono stati arruolati 21 pazienti ricoverati nel reparto di terapia intensiva con diagnosi di COVID-19, sui quali sono stati eseguiti prelievi di PSP, PCR e PCT all’ammissione (T0), a 72 h (T1), a 5 giorni (T2) e a 7 giorni (T finale). É stata inoltre calcolata in maniera predittiva la mortalità a 90 giorni.

Dalle misurazioni emergono maggiori e significativi livelli di PSP nei non survivor (p<0.001) rispetto ai survivor. I livelli plasmatici di PSP hanno raggiunto un risultato statisticamente significativo in termini di AUROC, con un valore superiore a 0,7 a T0, T1, T2 e T3. L'AUROC complessivo della PSP era 0,8271 (CI (0,73–0,93), p<0,001). Questi dati non sono stati osservati per PCR e PCT. I risultati suggeriscono i potenziali vantaggi del monitoraggio dei livelli plasmatici di PSP attraverso la tecnologia point-of-care, che potrebbe essere utile in assenza di uno specifico biomarcatore COVID-19.

Vai alla pubblicazione open-access: https://bmcanesthesiol.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12871-023-02187-w