Cardiochirurgia
“Complessità, invasività e durata degli interventi cardiochirurgici causano l’attivazione della risposta infiammatoria e lo sviluppo di SIRS post-operatoria”.
Ogni anno vengono eseguiti approssimativamente 1.5 milioni di interventi a cuore aperto, di cui 500.000 procedure in Europa e altrettante negli Stati Uniti. In Italia, vengono eseguiti circa 60.000 interventi in By-Pass Cardiopolmonare (CPB) all’anno.
Nonostante le evoluzioni nell’ambito della perfusione in termini di tecnologie e biocompatibilità dei materiali, i pazienti sottoposti a interventi cardiochirurgici (tra cui re-do, chirurgia dell’arco aortico, chirurgie correttive per endocarditi infettive, arresto di circolo ipotermico per le dissezioni aortiche) rimangono a elevato rischio di complicanze, disfunzione multi-organo e morte.
Il trauma chirurgico, il flusso sanguigno non fisiologico e il contatto del sangue con elementi esterni, concorrono all’attivazione della cascata del complemento e stimolano la produzione di citochine infiammatorie, con sviluppo di SIRS postoperatoria.
Inoltre, la procedura chirurgica e i sistemi di perfusione possono causare emolisi, con rilascio in circolo di emoglobina libera e conseguente sviluppo di insufficienza renale post-operatoria. L’incidenza di insufficienza renale nei pazienti cardiochirurgici si aggira intorno al 30% ed è associata a un aumento della mortalità (dal 7 al 38%). Il 5% di questi pazienti necessita di emodialisi, alla quale è associato un sostanziale incremento in termini di mortalità (dal 50 al 90%).
Eventuali complicanze – durante l’intervento chirurgico e relative all’utilizzo di ECMO – possono portare al degradamento muscolare con rilascio di mioglobina in circolo. La mioglobina, accumulandosi a livello tubulare renale, è in grado di inficiarne la funzione e portare il paziente in insufficienza renale irreversibile.
Ad oggi, esistono trattamenti extracorporei per l’adsorbimento di molecole potenzialmente dannose per l’organismo in caso di accumulo patologico, tra cui citochine pro e anti infiammatorie, bilirubina e mioglobina.
L’utilizzo di questi dispositivi si può sviluppare in tre approcci:
- Preventivo preoperatorio
- Preventivo intraoperatorio
- Terapeutico post operatorio
L’integrazione di questi approcci su tutti i circuiti extracorporei (CPB, ECMO, CRRT) rende possibile l’applicazione delle metodiche in vari ambiti, tra cui:
- Interventi complessi per cui si prevedono tempi di CEC prolungati
- Procedure combinate
- Re-interventi
- Sostituzioni valvolari in pazienti con endocarditi infettive acute
- Trapianto cardiaco
- Chirurgia dell’aorta con tempi di arresto di circolo prolungati (>120 minuti)
- Pazienti con molteplici comorbidità e/o disfunzione epatica e/o renale preesistente
- Rischio elevato di sviluppare complicanze intra e postoperatorie connesse allo stato di iper-infiammazione
- Condizioni di iperbilirubinemia/rabdomiolisi
- Interventi di emergenza/urgenza ad alto rischio di sanguinamento indotto da farmaci anticoagulanti e antiaggreganti
Molecole da rimuovere: Citochine, Bilirubina, Mioglobina, Ticagrelor e Rivaroxaban
Terapie Indicate: CytoSorb®